IL SOLE SULLA PELLE
Programmazione
Trama
TITOLO: IL SOLE SULLA PELLE
TITOLO INGLESE: THE SUN ON THE SKIN
ANNO DI PRODUZIONE: 2019
DURATA: 62’
TIPOLOGIA: DOCUMENTARIO
GENERE: DRAMMATICO, SOCIALE
CASA DI PRODUZIONE: CARAVANSERRAGLIO FILM FACTORY
INDIRIZZO TRAILER: https://vimeo.com/306360376
SINOSSI
Il 29 giugno 2009 un treno che trasporta 14 cisterne di Gpl, entrando nella stazione ferroviaria di Viareggio, deraglia. Una cisterna si fora, il gas fuoriesce, entra nelle case. Un boato sveglia la città addormentata. 32 persone muoiono bruciate vive. Oltre i morti ci sono anche feriti, alcuni molto gravi. Tra questi Marco Piagentini, ustionato nel 95% del corpo. Marco trascorre sei mesi in ospedale uno dei quali in coma. Quella notte ha perso due figli, Luca e Lorenzo di 4 e 2 anni e la moglie Stefania di 38 anni. Gli è rimasto solo Leonardo, che all’epoca aveva 8 anni. Marco ha dovuto ricominciare a vivere, imparare nuovamente a muoversi, a camminare, a mangiare. Dopo momenti difficili e diverse operazioni sulla sua pelle, ha ripreso in mano la sua vita dedicandosi al figlio Leo e alla ricerca di verità e giustizia insieme all’associazione “Il Mondo che Vorrei” costituita dai famigliari delle vittime. “Il sole sulla pelle” è il racconto di chi è riuscito a trasformare il dolore e la rabbia in determinazione e coraggio per una battaglia di civiltà.
CAST: MARCO PIAGENTINI, LEONARDO PIAGENTINI, DANIELA ROMBI,
RICCARDO ANTONINIREGIA: MASSIMO BONDIELLI
PRODUTTORI: GINO MARTELLA, MASSIMO BONDIELLI
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: MASSIMO BONDIELLI, GINO MARTELLA
FOTOGRAFIA: MATTEO CASTELLI
RIPRESE: MATTEO CASTELLI, FRANCESCO CASUNATI, MASSIMO BONDIELLI,
GIORDANO BANDINELLI, ALESSANDRO BETTI, JACOPO FUSISUONO PRESA DIRETTA: MASSIMO POLONI
MUSICA: LUCA BASSANESE, STEFANO FLORIO
POST PRODUZIONE: LA BOTTEGA DELL’IMMAGINE
COORD. DI POST PRODUZIONE: GIORGIO MARI
COLOR GRADING: ROBERTO ALLEGRI
POST PROD. AUDIO: MARCO FANTINO
PARTECIPAZIONE: TOSCANA FILM COMMISSION
SOSTEGNO: ASS. IL MONDO CHE VORREI – ONLUS VIAREGGIO
L’AURA SCUOLA DI CINEMA DI OSTANALOCATION: VIAREGGIO, LIVORNO, LUCCA, ROMA, VERSILIA, GARFAGNANA
PERIODO RIPRESE: 2016 – 2017
NOTE DI REGIA:
Un film documentario che è storia di vita. Un percorso reale narrato dove tutto è vissuto senza filtri dove il dolore è raccontato e la sua trasformazione è mostrata.
Dove la strage ferroviaria di quel maledetto 29 giugno segna la fine di 32 persone, ma genera un nuovo modo di vedere e percepire la vita. Un dolore immenso per chi è rimasto, per chi si è visto portare via in un modo così violento e inaccettabile i propri cari. Un dolore che devasta ma che alimenta una lotta di verità e giustizia e un bisogno di trasmettere, di educare, di vivere la vita appieno anche per chi non può più farlo.
“….. non gli hanno permesso di conoscere il mondo, tocca a noi farli conoscere al mondo …..”
Una frase che disarma detta dai familiari delle vittime durante uno dei tanti incontri fatti per raccontare, per trasmettere, per conoscere. Pronunciata senza odio, senza rabbia, con la consapevolezza che niente e nessuno potrà mai ridargli indietro i propri cari, ma con la convinzione che quello che è successo non deve più accadere.
“Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere” diceva Mahatma Gandhi. Questo pensiero è diventato, per l’associazione dei familiari delle vittime “Il Mondo che Vorrei”, un modo di essere, un DNA da trasmettere.
Il trattamento è stato scritto dopo due anni passati con loro, dove abbiamo imparato a conoscerli e a farci conoscere, diventando amici. E’ il proseguimento di un viaggio narrativo - descrittivo iniziato con il cortometraggio “Ovunque proteggi”.
Questa vicinanza affettiva ci ha permesso di essere parte della storia che raccontiamo e quindi di percepirne la profondità ma nello stesso tempo abbiamo voluto mantenere anche una posizione “esterna”, per poter raccontare senza vincoli.
La scelta è stata quella di unire delle parti più narrative ad altre più descrittive, di avere scene più “strutturate” ma sempre vere e reali e parti con gradi di libertà dove osservare, diventando invisibili, gli avvenimenti. Questo tipo di drammaturgia ci ha permesso di ottenere scene e momenti di grande impatto emotivo dove le emozioni sono reali e non costruite.
Il tempo narrativo parte dal 29 giugno 2009 e arriva alla sentenza del primo grado avvenuta del 31 gennaio 2017, ma non è raccontato in modo canonico e seguendo un ordine sequenziale. Il tempo filmico racchiude gli avvenimenti, ma questi sono narrati attraverso i racconti e soprattutto attraverso il Fil Rouge del film: la storia di Marco Piagentini, il suo ritorno alla vita con Leonardo, unico figlio superstite, la sua grande passione: la bicicletta.
Intorno alla sua storia ci sono gli altri familiari, l’associazione, le manifestazioni, il processo, gli incontri con le persone. E c’è anche il sole, e una pelle che non può più viverlo.
L’intento è di raccontare l’animo umano, la resilienza e il coraggio di trasformazione. Di mostrare come tanto dolore possa trasformarsi in luce che illumina gli altri e di come si possa combattere l’arroganza di un sistema con la dignità e la ricerca di un mondo migliore.
“Il sole sulla pelle” non vuole essere un manifesto di protesta, nemmeno una chiave di lettura degli avvenimenti, ma consegnare, senza cadere nella retorica e nel vittimismo, uno spaccato di vita di persone che hanno vissuto il buio e sono riusciti a ritrovare la luce.
“… cercate di stare bene con le persone che amate, perché la vita è meravigliosa”.
CIT. Marco PiagentiniNOTE DI PRODUZIONE:
Condivisione e Ascolto caratterizzano il nostro modo di fare cinema. Nel tempo abbiamo costruito un gruppo di lavoro compatto, in cui tutti conoscono e di fatto “vivono” la storia raccontata. Questo costituisce l’approccio produttivo della Caravanserraglio Film Factory, un’idea di narrazione che esplora l’Uomo, e che nel cinema non vede solo l'occasione di intrattenimento, ma anche l’opportunità di rappresentare l’enzima per uno “sviluppo dinamico” della nostra società. Caravanserraglio vuole essere un ricovero per tutti i nuovi “viandanti” che hanno una storia da raccontare e da condividere con gli altri.
“Il sole sulla pelle” è la storia di Marco Piagentini e della strage ferroviaria di Viareggio. Il film documentario è un “progetto” partito nel 2014 e che ha portato dapprima alla realizzazione del cortometraggio “Ovunque proteggi” (2015), embrione narrativo de “Il sole sulla pelle”.
"Ovunque proteggi" regia di Massimo Bondielli, scritto da Massimo Bondielli e Gino Martella e prodotto dalla Caravanserraglio Film Factory è un cortometraggio che in 12' minuti cerca di raccontare la dimensione umana, materiale, sconvolgente e inaccettabile di quanto accaduto la notte del 29 giugno 2009 nella stazione ferroviaria di Viareggio. La strage che ha ucciso 32 persone bruciate vive nelle loro case. “Ovunque proteggi” è stato selezionato a 25 festival e con 9 premi vinti, è tra i documentari italiani più premiati del 2015. Il 21 maggio 2016 a Cannes, Massimo Bondielli e Marco Piagentini hanno ritirato il premio di Best Documentary vinto al Global Short Film Awards di New York. Nella motivazione del premio si legge: Un film italiano dal messaggio universale. Dopo un viaggio narrato in più di 60 proiezioni, il cortometraggio “Ovunque proteggi” ha vinto la Menzione Speciale ai Nastri d'Argento 2017 con la motivazione "per l'attenzione al sociale e l'attualità".
Il tempo, per raccontare storie, è necessario. In una storia come quella della strage ferroviaria di Viareggio è fondamentale prendere respiri. Sperimentare di volta in volta una possibile distanza. Un nuovo punto di vista. Avvicinarsi e tornare a sé. Credo sia indispensabile a livello umano e nella prospettiva di un film. Esplorare con umana curiosità il rapporto che ognuno di noi ha con il dolore, le grandi paure e i grandi sogni.
Marco Piagentini è un superstite di quella strage. Ha perso due figli di 2 e 4 anni, Lorenzo e Luca, e la moglie Stefania di 39 anni. E’ ustionato sul 95% del corpo e vive con Leonardo, oggi 15enne, anche lui sopravvissuto alla tragedia. A distanza di 8 anni dalla strage ferroviaria di Viareggio, Marco Piagentini partendo da un letto di un reparto grandi ustionati, con coraggio, compassione e saggezza è riuscito a creare un valore umano inestimabile. Lui ti fa vivere tutto questo con leggerezza, magari davanti ad un piatto di testaroli al pesto e un buon bicchiere di vino. Così tutto ti sembra "normale".
Di fronte a notizie di eventi terribili sentiamo spesso un senso di impotenza sempre più profondo: stanchezza morale, sfinimento dell’empatia e disperazione politica. Per evitare di essere sommersi da questi sentimenti, credo sia fondamentale essere radicati nella comunità in cui si vive. Trovare una propria prospettiva da dove percepire l’impatto delle proprie azioni e sentire che si sta trasformando in meglio e progressivamente la realtà vissuta. Occorre sviluppare il senso di responsabilità verso il mondo e il futuro, all’interno delle nostre relazioni più strette e dell’ambiente a noi circostante. Considerare questa responsabilità un’opportunità e agire di conseguenza. Proviamo a sostenere lo sguardo di Marco Piagentini, che nel corto Ovunque proteggi, guarda in macchina da presa. Credo sia questo il “senso politico” del nostro racconto.
“Il sole sulla pelle” è sostenuto dalla Toscana Film Commission, da L'Aura - Scuola di Cinema di Ostana di Giorgio Diritti e Fredo Valla, dall’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio “Il Mondo che Vorrei – ONLUS” e dai sostenitori della campagna di crowdfunding conclusasi con successo sul portale di Produzioni dal Basso. Lo sforzo produttivo della Caravanserraglio Film Factory e dei suoi sostenitori ha consentito di terminare la fase di sviluppo e produzione dell’opera. Ora non rimane che percorrere il viaggio!CONTATTI: GINO MARTELLA 3479406676
MASSIMO BONDIELLI 3299877444
caravanserragliofilmfactory@gmail.com